sabato 29 marzo 2008

R. PENNA, Gesù di Nazaret. La sua storia, la nostra fede, San Paolo, 2008, p. 76, euro 7.

Il volumetto adotta una prospettiva molto specifica e limitata, quella cioè che si interessa all’autocoscienza di Gesù, quale è possibile ricostruirla dai suoi detti (naturalmente, quelli che soddisfano i criteri di autenticità) e dalla sua prassi. Come l’Autore dichiara nel piccolo paragrafo intitolato “L’approccio qui adottato”: “La questione fondamentale non riguarda tanto ciò che Gesù può avere o non avere fatto durante la sua vita terrena quanto piuttosto ciò che egli personalmente pensava di essere, e in base a quali presupposti egli operava”. Rigorosamente parlando, tale problematica non appartiene propriamente all’indagine sul Gesù storico, bensì, piuttosto, a quella parte della teologia che si propone di ricercare il fondamento storico del kerygma cristiano (impostazione cristologico-fondamentale, una sorta di fides quaerens historiam), ossia di individuare il punto di aggancio tra la cristologia post-pasquale della chiesa e l’autocoscienza del Gesù storico. Penna ha dedicato a tale problematica un lavoro ben più ampio (I ritratti originali di Gesù il Cristo, San Paolo, 2 volumi – il primo dedicato appunto alla “cristologia” propria di Gesù, mentre il secondo a quella degli autori neotestamentari) che pur non potendo raccomandare all’interno di questi “primissimi approcci”, non posso che consigliare come lettura successiva, trattandosi di un’opera veramente eccellente (elogiata, tra gli altri, anche da M. Pesce).

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